Pezzo in lingua originale inglese: The Silent Extermination of Iraq’s ‘Christian Dogs’
La scorsa settimana un Saggio musulmano ha promulgato una fatwa che, tra varie barbarie, afferma che “è lecito versare il sangue dei Cristiani Iracheni”. A parte l’esplicita esortazione, la fatwa è pure pleonastica. Anche se l’attacco dello scorso Ottobre a una Chiesa di Baghdad che provocò la morte di circa 60 Cristiani è ben nota – avendo ricevuto anche qualche interesse da parte della grande stampa – la realtà è che la vita dei Cristiani in Iraq è stata un vero inferno da quando l’esercito Americano ha abbattuto l’ultimo Saddam Hussein nel 2003. Oltre varie altre atrocità, le decapitazioni e le crocifissioni di Cristiani non sono eventi rari; messaggi del tipo “Cani Cristiani, andatevene o morirete” sono all’ordine del giorno. Gli islamisti considerano la Chiesa come “un osceno nido di pagani” e minacciano di “sterminare i Cristiani Iracheni“. John Eibner, CEO di Christian Solidarity International, ha riassunto molto bene la situazione in una recente lettera al Presidente Obama:
La minaccia di sterminio non è una vuota intimidazione. Dalla caduta del regime di Saddam Hussein, oltre la metà della popolazione Cristiana del paese è stata costretta a rifugiarsi all’estero o vivere lontano dalla propria residenza, come IDP (internally displaced people = rifugiati interni) per le violenze dirette contro di loro. Secondo la “Hammurabi Human Rights Organization”, sono stati uccisi oltre 700 Cristiani, inclusi Vescovi e preti, e sono state fatte saltare 61 Chiese. Sette anni dopo l’inizio dell’operazione “Iraqi Freedom”, l’Arcivescovo Cattolico di Kirkuk, Louis Sako, riferisce: “Chi non è musulmano in Iraq è un cittadino di seconda classe. Spesso è indispensabile convertirsi oppure emigrare, altrimenti si rischia di essere uccisi”. Questa violenza anti-Cristiana è sostenuta da una diffusa cultura di egemonismo islamico che si estende molto al di là di chi preme il grilletto e fa scoppiare le bombe.
La grande ironia, ovviamente, è che la ersecuzione dei Cristiani è aumentata in modo esponenziale sotto l’occupazione Americana. Come ha affermato uno dei più alti esponenti del Vaticano, i Cristiani “paradossalmente, erano più protetti sotto la dittatura ” di Saddam Hussein.
Come si spiega che, sotto Saddam, che era famoso per i suoi abusi in tema di diritti umani, i Cristiani stavano molto meglio di come stanno oggi, sotto un governo democratico, sponsorizzato dall’America, così filantropica, che potremmo anche definire “Cristiana“?
Come un antico califfo di Baghdad, sembra che Saddam Hussein si sia servito dei più colti ed istruiti Cristiani, che non erano un rischio per il suo potere, come il suo stretto collaboratore Tariq Aziz. Inoltre, dato che manteneva un coperchio ben chiuso sopra gli islamisti del suo paese – che lo odiavano come un apostata laico, non meno di quanto odiassero i Cristiani – questi ultimi ne traevano un indiretto vantaggio.
Al contrario, dando potere “al popolo” gli Stati Uniti, senza volerlo, hanno distrutto la minoranza Cristiana dell’Iraq. Proteggendo ingenuamente i valori occidentali presso i musulmani, la dirigenza Americana continua a ritenere che il “potere del popolo” naturalmente sfocerà in una società liberale ed egualitaria – non ostante tutte le evidenze contrarie. Il fatto è che, nel mondo Arabo/islamico, il “governo della maggioranza” tradizionalmente significa il dominio della tribù o della setta più grande; sempre di più significa “dominio islamista”.
In qualsiasi modo avvenga, le minoranze – particolarmente i Cristiani del luogo – sono le prime a soffrire, non appena il “genio” del “potere al popolo” viene liberato dalla sua bottiglia. Difatti, l’evidenza dimostra che il “governo democratico” dell’Iraq, sostenuto dagli Stati Uniti, tollera e stimola la persecuzione dei Cristiani. (tutto ciò ci impone la cruciale domanda: sono i tiranni dal pugno di ferro – Saddam, Mubarak, Qaddhafi e tutti gli altri – a creare società disumane, oppure sono le società disumane per natura che hanno bisogno di tiranni dal pugno di ferro per mantenere l’ordine?)
Un’altra indicazione che dare il potere alle masse musulmane si traduce in sofferenza per i Cristiani, è mostrata dal fatto che, benché i Cristiani dell’Iraq siano meno del 5% della popolazione totale, costituiscono quasi il 40% dei rifugiati che fuggono dall’Iraq. Oggi succede lo stesso in Egitto: “Un numero crescente degli 8-10 milioni di Cristiani Copti Egiziani sta cercando un modo di andarsene mentre gli islamisti ottengono vantaggi sempre maggiori dalla rivoluzione nazionalista che ha rovesciato la lunga dittatura di Hosni Mubarak in Febbraio”.
Per lo meno, in Egitto i problemi sono problemi interni, mentre la persecuzione dei Cristiani in Iraq è una diretta conseguenza dell’intervento Americano. Il massimo dell’ironia è stato l’approccio di Obama: giustificando l’intervento Americano in Libia prevalentemente in termini umanitari, il Presidente ha recentemente dichiarato che, se “è vero che l’America non può usare il nostro esercito ovunque si verifica una oppressione … questo non può essere una scusa per non intervenire mai in nome di ciò che è giusto”.
Sicuramente vero. Però, mentre Obama “agisce in nome di ciò che è giusto” fornendo protezione militare all’opposizione Libica, collusa con al-Qaeda, i Cristiani indigeni dell’Iraq continuano ad essere massacrati – proprio sotto il naso dell’esercito Americano. Vedete? In questa continua scommessa per vincere la molto ambita ma sempre sfuggente “Muslim-hearts-and-minds™” [“il-cuore-e-la-mente” dei musulmani, riferimento biblico a Paolo, Filippesi, 4:7 utilizzata anche da Bush, N.d.T.] – che Obama ha imposto come obbiettivo anche alla NASA – la dirigenza Americana ha preferito ignorare il disumano trattamento islamico dei “cani Cristiani”, la cui semplice menzione rischia di innervosire i musulmani.
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