Fino a che punto, il massacro di Maspero in Egitto, in cui l’esercito ha letteralmente falciato i Cristiani Copti che protestavano per la continua distruzione delle loro chiese, è un prodotto di un diffuso sentimento anti-Cristiano?
Un video del Gran Mufti dell’Egitto, Sceicco Ali Gomaa, (o Gom’a), che ha cominciato a circolare alcune settimane prima del massacro, aiuta a spiegarlo. Mentre sosteneva che i musulmani possono coesistere con i Cristiani (che, come dhimmi, hanno dei diritti), Gomaa ha classificato i Cristiani come kuffar – “infedeli” – una parola che, alle orecchie musulmane, suona come: i “nemici”, i “malfattori” e ogni cosa turpe.
Dopo aver citato il Corano, 5:17,
Sono certamente infedeli quelli che dicono: “Dio è il Messia (Gesù), il figlio di Maria
lo ha spiegato dicendo che ogni associazione tra un essere umano e Dio (in Arabo: shirk) è il più grave dei peccati: “Chiunque pensi che Cristo è Dio o il Figlio di Dio, non in modo simbolico – perché tutti siamo figli di Dio – ma realmente, ha abbandonato la fede che Dio richiede per la salvezza”, diventando, di conseguenza, un infedele.
Gomaa poi si è esibito in un ipotetico dialogo tra Cristiani e musulmani per illustrare la corretta posizione dell’islàm:
Cristiani: Avete un’idea sbagliata su di noi: noi non adoriamo Cristo.
Musulmani: Sì, giusto. Avevamo un’impressione sbagliata – ma, a proposito: “Sono certamente infedeli quelli che dicono: “Dio è il Cristo, il figlio di Maria”.
Cristiani: Ma questi sono argomenti filosofici che non sappiamo spiegare.
Musulmani: Sì, giusto. Dio è uno – ma, a proposito: “Sono certamente infedeli quelli che dicono: “Dio è il Cristo, il figlio di Maria”.
Come un Laureato e da lungo tempo un Professore dell’Università Al Azhar e Gran Mufti dell’Egitto (una posizione seconda in autorità solo allo Sceicco di Al Azhar), Ali Gomaa rappresenta le posizioni principali dell’islàm – non del “islàm radicale” o degli “islamisti” – nei riguardi del “altro”, in questo caso i Cristiani. Ciò nonostante, molti in Occidente lo acclamano come un “moderato” – come in questo articolo di U.S. News intitolato “Trovando le voci dell’islàm moderato“; Lawrence Wright lo descrive come un “campione altamente motivato dell’islàm moderato”:
E’ il tipo di ecclesiastico che l’Occidente desidera ardentemente, a motivo delle sue assicurazioni che non esiste conflitto con l’ordinamento democratico e la teocrazia non è necessaria. Gomaa è anche diventato un difensore delle donne musulmane che, dice, devono avere la stessa condizione degli uomini.
Come si conciliano queste brillanti descrizioni con la realtà? Il fatto è che, ogni volta che un’autorità musulmana di alto livello come Gomaa dice qualcosa che può essere conforme agli ideali Occidentali, gli Occidentali ci si buttano sopra (ovviamente, ignorando contemporaneamente le loro posizioni più “estreme”). Succede lo stesso con l’Alma Mater di Gomaa, l’Università Al Azhar, il “principale centro di scienze Arabe e islamiche del mondo”.
MEMRI, per esempio, ha pubblicato recentemente un rapporto intitolato: “Lo Sceicco di Al Azhar in un Articolo Eccezionalmente Tollerante: Cristianesimo, Ebraismo Condividono Basilari Principi dell’Islam”. Ovviamente, il giorno successivo alla pubblicazione di questo rapporto, lo stesso Sceicco – la figura più autorevole dell’islàm – ha preteso che l’Ambasciatore Americano indossasse un hijab, per incontrarlo. Proprio come i musulmani “radicali” obbligano le ragazze Cristiane a indossare l’hijab, così la “moderata” Al Azhar obbliga i diplomatici Americani.
In breve, è vero, molte religioni “condividono basilari principi”, ma sono secondari rispetto alle differenze, che sono più decisive e definiscono la relazione. O, per esprimerlo con l’esempio di Ali Gomaa: D’accordo, Cristianesimo e islàm hanno aspetti comuni – ma, a proposito: “Sono certamente infedeli quelli che dicono: “Dio è il Cristo, il figlio di Maria”.
Il fatto è che questo versetto Coranico è un cardine dell’idea islamica del Cristianesimo più dell’unicità di Dio, mentre Cristo è il cardine del Cristianesimo, definito circa 1700 anni fa nel Credo di Nicea. Il problema è chiaramente definito per tutti quelli coinvolti.
Di conseguenza, come si può biasimare Gomaa? Come Gran Muftì, si è semplicemente mantenuto fedele agli insegnamenti dell’islàm. In realtà, la sua coerenza è più encomiabile delle equivoche ambiguità degli ecumenisti Occidentali che, sforzandosi di assicurare i musulmani che, in ultima analisi, tutti credono nelle stesse cose, dimostrano, specialmente ai musulmani, di non credere in nulla.
Tra l’altro, se Gomaa conferma i chiari insegnamenti del Corano riguardo a chi è un infedele, non è forse giusto presumere che sostenga anche gli insegnamenti del Corano su come trattarli, come prescritto nel Corano 9:29: “Combattete… il Popolo del Libro (Ebrei e Cristiani) finché non paghino la jizya (un tributo) con volontaria sottomissione e sentendosi soggiogati”. Ovviamente, i musulmani prudenti, senza dubbio come lo stesso Gomaa, sanno che adesso non è il momento di parlare apertamente di queste cose.
In ogni caso, questo è un altro promemoria di come versetti coranici e termini che gli Occidentali non prendono in considerazione, ritenendoli oscuri e irrilevanti, hanno un impatto tremendo sugli avvenimenti attuali – come il massacro di Maspero in Egitto: perché la stessa parola che Gomaa, il Gran Muftì della Nazione, ha usato per descrivere i Cristiani è la stessa parola che i soldati musulmani hanno usato quando hanno aperto il fuoco e hanno investito i Cristiani Copti; la stessa parola che venti soldati musulmani hanno usato mentre torturavano un Cristiano che protestava; la stessa parola che i musulmani hanno scagliato a mo’ di insulto contro i Cristiani durante il funerale dei loro cari ammazzati a Maspero: “infedeli“.
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