Pezzo in lingua originale inglese: The Jihadist Roots of the Norway Massacre
Anders Breivik, l’anno scorso in una sparatoria in Norvegia, uccise 70 persone. Recentemente ha confessato la sua ispirazione: Al-Qaeda, jihadisti per eccellenza dell’era moderna.
Secondo l’AFP, “durante il suo processo che ha avuto luogo martedì 17 aprile… il killer dietro il massacro di Norvegia ha dichiarato di essersi ispirato a Al-Qaeda, descrivendo sé stesso come un ‘militante nazionalista’ e, usando il pronome ‘noi’ per suggerire che era parte di un gruppo, ha aggiunto: “abbiamo tratto lezione da Al-Qaeda e dai militanti islamisti. Al-Qaeda può essere visto come il gruppo militante di maggior successo'”.
Non solo era “ispirato” a al-Qaeda, ma le sue tattiche rispecchiano molto quelle dell’organizzazione jihadista. Secondo la AP, Breivik ha testimoniato “che lui aveva progettato di catturare e decapitare l’ex premier norvegese, con il piano “di filmarne la decapitazione e successivamente pubblicarne il video su Internet”, aggiungendo che “è stato ispirato a Al-Qaeda sull’uso della decapitazione”, e che ha descritto “come un’arma psicologica molto efficiente”.
In un mondo globalizzato in cui l’Islam è la parte del leone in atti di terrorismo, – dove le immagini non-stop di jihadisti che uccidono e decapitano la gente ha metastatizzato i media, e quindi anche la mente delle persone – scoprire che Al-Qaeda è la fonte d’ispirazione di Breivik non è naturalmente sorprendente.
Ma c’è un punto più profondo qui: Breivik non è il primo non-musulmano ad essere “ispirato” da nozioni musulmane, i crociati, per esempio, hanno vissuto in un clima fortemente permeato e influenzato dalla Jihad islamica, tanto che la stessa idea della “guerra santa” dei cristiani, – con l’uso della violenza per la conquista in nome del Cristianesimo -, trova le sue origini ideologiche nella jihad.
Emmet Scott, per esempio, autore del nuovo libro Maometto e Carlo Magno Rivisitato, scrive:
[…] In oltre, in alcune annotazioni su Aristotele, e su alcuni concetti scientifici e tecnologici (che non erano assolutamente invenzioni “Arabe”) l’Islam era quello di comunicare all’Europa tutta una serie di idee e di atteggiamenti che erano ben lungi dall’essere illuminanti. La maggior parte, ovviamente, il concetto di “guerra santa” (jihad), che l’Europa ha adottato (certamente un po’ a malincuore) nel XI secolo, era del tutto una novità islamica (p. XX).
Lo storico Bernard Lewis, recentemente ha scritto:
Anche la crociata cristiana in sé, spesso confrontata con la jihad islamica, era una risposta ritardata e limitata alla jihad e in parte anche un’imitazione… Perdono dei peccati a coloro che hanno combattuto in difesa della Santa Chiesa di Dio e della religione cristiana e della politica, e la vita eterna per coloro che combattono gli infedeli: queste idee riflettono chiaramente il concetto di jihad musulmana, e sono precursori della Crociata cristiana occidentale.
In tutto questo, le ideologie islamiche non avevano alterato i fondamenti del cristianesimo. Lewis continua:
Ma a differenza della jihad, principalmente, i Crociati erano interessati alla difesa o alla riconquista dei territori cristiani minacciati o perduti… La jihad musulmana, invece, è percepito come un’azione illimitata, come un obbligo religioso che deve continuare affinché tutto il mondo abbia adottato la fede musulmana o che sia sottoposta al dominio islamico… l’obiettivo della jihad è quello di portare il mondo intero sotto la legge islamica.
Il punto, qui, è che le prime manifestazioni di questo genere di terrorismo iniziate da Breivik sono di origine islamica. Per esempio, il medievale Hashashin – archetipici terroristi che ci hanno dato la parola “assassino” – erano una setta musulmana che ha sperimentato l’uso della paura, l’omicidio, e il terrore per guadagno politico fin dal 11° secolo.
I media, in modo del tutto erroneo, paragonano il fascino di Breivik a quello dello storico gruppo cristiano, i Cavalieri dei Templari, senza prendersi il disturbo di spiegare come un gruppo di cristiani devoti a proteggere i pellegrini, abbia ispirato Breivik a uccidere dei bambini norvegesi innocenti. Uno storico ha detto: “i veri Cavalieri dei Templari, un ‘popolo davvero devoto’, ‘inorridirebbe’ vedersi associati a Breivik”.
Ancora più ironico, i Cavalieri e i Crociati, in generale, sono stati spesso sul lato ricevente della campagna di terrore del suddetto Hashashin, cioè: lungi dall’essere ispirazione per il terrorismo. I Cavalieri dei Templari portavano il peso di una delle prime manifestazioni del terrorismo islamico. Anche Fareed Zakaria di CNN ha giustamente rilevato in Breivik la distorta visione del mondo, “i Cavalieri Templari non assomiglia in alcun modo a Al-Qaeda”.
In breve, se gli obiettivi di Breivik possano sembrare in principio di natura anti-islamica, le sue azioni, quelle cose che sono giustamente giudicate – in questo caso, dal terrorismo spietato alla previsione della decapitazione, erano essenzialmente jihadiste.
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